Cosa si intende per visita aritmologica?
La aritmologia è la branca della cardiologia che si occupa delle aritmie. Il medico che la esegue è un aritmologo che è il cardiologo specializzato in disturbi del ritmo. L’aritmologo che si occupa anche di eseguire delle procedure di studio elettrofisiologico ed ablazione transcatetere è un elettrofisiologo.
La visita aritmologica è quindi una visita cardiologica effettuata da un cardiologo specialista in aritmie rivolta ad un paziente con disturbi del ritmo.
In cosa consiste la visita aritmologica?
Fase 1 – Raccolta della storia del paziente e dei dati clinici (anamnesi)
In questa fase della visita aritmologica il medico esegue la cosiddetta anamnesi che consiste in un inquadramento complessivo dello stato di salute del paziente. Ogni malattia deve essere valutata nel contesto clinico generale di un paziente che include età, sesso, attività svolte, presenza di fattori di rischio cardiovascolare, presenza o meno di malattie concomitanti precedenti o attuali e loro eventuali trattamenti farmacologici o chirurgici.
Ci si rivolge poi al disturbo del ritmo che ha condotto il paziente alla visita in atto ricostruendo i tempi di insorgenza dei disturbi stessi, le modalità di manifestazione dei sintomi, la loro frequenza, l’impatto che essi hanno nello svolgimento delle attività quotidiane ed il loro risvolto psicologico.
A questo punto l’aritmologo passerà in rassegna tutta la documentazione clinica precedente del paziente in maniera molto dettagliata: precedenti visite, elettrocardiogrammi, holter, ecocardiogrammi, risonanze magnetiche cardiache, coronarografie, cartelle cliniche o lettere di dimissione di precedenti ricoveri allo scopo di inquadrare con precisione lo stato del paziente fino a quel momento.
È indispensabile che il paziente abbia con sé, al momento della visita, tutta la documentazione clinica precedente cardiologica e non cardiologica.
Fase 2 – Esame obbiettivo cardiovascolare
L’ aritmologo è prima di tutto un cardiologo ed effettuerà una visita cardiologica che comprende:
- misurazione della pressione arteriosa
- palpazione dei polsi periferici per valutare lo stato circolatorio arterioso
- ricerca di edemi periferici e/o presenza di turgore giugulare per valutare uno stato eventuale di scompenso congestizio
- auscultazione polmonare per valutare eventuali segni di scompenso o patologie polmonari associate
La auscultazione del cuore orienterà verso la presenza o meno di patologie strutturali del cuore, valvolari, muscolari o congenite.
Fase 3 – Elettrocardiogramma
Non esiste una visita aritmologica senza l’elettrocardiogramma.
Nato più di un secolo or sono l’elettrocardiogramma ha fatto la storia della cardiologia ed ancor più della aritmologia. Di facile e rapida esecuzione fornisce tutta una serie di informazioni sullo stato di salute del cuore.
Per poter diagnosticare una aritmia è necessario registrarla con l’elettrocardiogramma.
In assenza di questa registrazione non possiamo stabilire con certezza il disturbo del ritmo di cui soffre il paziente. Durante la visita aritmologica la aritmia può non essere presente, tuttavia l’esame fornisce al cardiologo ugualmente informazioni indirette molto precise.
Fase 4 – Formulazione diagnostico-terapeutica
Sulla base delle informazione raccolte dai dati clinici, dalla visita e dall’elettrocardiogramma l’aritmologo puo’ giungere in alcuni casi già ad una diagnosi definitiva. In altre situazioni invece sarà in grado solo di formulare delle ipotesi diagnostiche che per essere confermate od escluse richiederanno l’esecuzione di altri esami che verranno prescritti in questa sede e rivalutate in una visita successiva.
Una volta giunto ad una diagnosi certa, l’aritmologo imposterà la strategia terapeutica che riterrà ottimale per il paziente e che potrà includere trattamenti farmacologici e non farmacologici come procedure ablative o l’impianto di pace maker o defibrillatori.
Per chi è indicata una visita aritmologica?
- Pazienti senza diagnosi precedente di aritmie
Molti sono i sintomi che possono essere conseguenza di un disturbo del ritmo: una sensazione di palpitazione, cuore in gola, battito saltato, ma anche mancanza di fiato, debolezza, oppressione toracica, fino a vertigini e svenimento. In presenza di questa sintomatologia la visita aritmologica può consentire di giungere alla diagnosi e trattare adeguatamente i disturbi del ritmo cardiaco che ne sono causa, oppure escludendo una aritmia orientare il paziente verso una causa diversa.
- Pazienti con diagnosi precedente di aritmie
I pazienti che hanno già una diagnosi di aritmia devono essere sottoposti regolarmente a visite aritmologiche di controllo allo scopo valutare il decorso clinico la risposta al trattamento ed eventualmente modificare/ottimizzare la terapia.
- Pazienti a rischio di morte improvvisa
I pazienti affetti da cardiopatie strutturali come cardiomiopatie dilatativa, ipertrofica, cardiomiopatia aritmogena, cardiopatia ischemica ad evoluzione ipocinetica, oppure malattie dei canali ionici, come QT lungo, QT corto, Sindrome di Brugada, anche se non hanno mai manifestato sintomi o disturbi del ritmo hanno un rischio aumentato di eventi aritmici improvvisi anche gravi.