Omega 3 e fibrillazione atriale

Gli acidi grassi Omega 3 sono considerati preziosi alleati per la salute cardiovascolare e non solo. Essi si trovano nel pesce, specialmente nel salmone e nel pesce azzurro ed anche nella frutta secca come, ad esempio, le noci.

I nutrizionisti consigliano correttamente un apporto alimentare equilibrato di questi nutrienti.

Omega 3 come farmaci o integratori

I pazienti affetti da alcune dislipidemie, come ad esempio la ipertrigliceridemia, o i pazienti con pregresso infarto del miocardio possono assumere gli acidi grassi Omega 3. Tuttavia, a questi pazienti si consiglia di assumerli in forma di farmaco o di integratore alimentare. Questi, fino a tempi recenti, venivano considerati esenti da effetti collaterali rilevanti.

Nei pazienti con fibrillazione atriale

Tuttavia, più di recente la comunità scientifica ha correlato una assunzione di tali farmaci ad un aumentato rischio di insorgenza di fibrillazione atriale.

Tale rischio sembra essere associato solamente ad assunzioni pari o superiori a quattro o più grammi al giorno, mentre per dosaggi più bassi l’associazione pericolosa non risulta essere evidente.

Le raccomandazioni delle società scientifiche a tale riguardo sono al momento prudenti.

Nei pazienti con fibrillazione atriale già nota, o in coloro in cui si manifesti a seguito dell’assunzione di Omega 3, si consiglia di evitarne l’assunzione in forma di farmaco e di privilegiare l’assunzione alimentare.

In linea generale, fino a due-tre grammi al giorno l’assunzione di Omega 3 si può considerare sicura. Tuttavia, conviene ricordare che una alimentazione corretta ed equilibrata deve venire prima dell’uso di farmaci e integratori.

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